News Il riso italiano, un ponte tra cultura alimentare, sostenibilità e turismo del territorio

Il riso, alimento simbolo della tradizione gastronomica italiana, è oggi al centro di un rinnovato interesse che va ben oltre la tavola, all’interno di un settore in piena crescita: più consumi e più attenzione agli aspetti nutrizionali.

Al convegno multidisciplinare sono intervenuti Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche, Natalia Bobba presidente Ente Nazionale Risi, Daniela Cavallo architetto e docente di marketing territoriale all’Università degli Studi di Verona, Antonio Boschetti giornalista e direttore de L’Informatore Agrario, Dario Manuello agronomo specializzato in riso e cereali.

La nascita dell’osservatorio

“L’Osservatorio è nato da un’intuizione dell’Ente Fiera di Isola della Scala che, insieme al Consorzio di Tutela della IGP riso Nano Vialone Veronese, e supportati fin dalla prima edizione dall’Ente Nazionale Risi, ha dato vita a questa ricerca indispensabile per chi opera nel settore del riso: per chi lo produce, per le aziende distributrici, per la GDO e anche per i consumatori che, ogni anno, arricchiscono l’Osservatorio con spunti e novità – spiega il presidente di Ente Fiera Isola della Scala Roberto Venturi -. La nostra sfida non è solo mantenere e confermare l’aumento dei consumi, che conta un + 7% sull’anno scorso, ma raccontare in modo efficace il riso italiano ai consumatori. È proprio questa la mission della Fiera del Riso di Isola della Scala di Verona che si conferma anche come laboratorio di innovazione, capace di intercettare nuove forme di consumo e nuovi trend che riguardano i più giovani”.

La collaborazione tra Ente Fiera ed Ente Nazionale Risi

“L’Ente Nazionale Risi ritiene l’Osservatorio un investimento – spiega la presidente Natalia Bobba –, in quanto consegna una fotografia esatta dell’intera filiera risicola sui consumi e sulle abitudini, le modalità di uso di chi mangia riso in Italia. Dai dati che emergono da questa ricerca si può capire quale saranno le tendenze future e in che direzione le aziende devono lavorare. Sono dati importanti per l’intera filiera e non solo per un settore, questo l’importante messaggio che emerge dall’Osservatorio”.

I risultati della ricerca

Secondo i risultati dell’Osservatorio Nazionale sui Consumi di Riso in Italia, con ricerca a cura di AstraRicerche, il riso sta vivendo un momento di rinnovata popolarità nella dieta degli italiani.
Nel 2025, la frequenza di consumo registra un aumento del +6,9% rispetto al 2024, con un trend positivo sia in ambito domestico che nella ristorazione (+2,5% fuori casa).

Oltre la metà dei consumatori (51,8%) sceglie il riso almeno una volta alla settimana a casa, mentre il 13,5% lo porta in tavola tre o più volte ogni sette giorni. Anche nei ristoranti, osterie o locali etnici – come giapponesi o cinesi – il riso è sempre più cercato: un italiano su sei (16,3%) lo consuma almeno una volta a settimana, in particolare i giovani della Gen X (22%).

Più della metà degli italiani sarebbe invogliata a mangiarne di più se conoscesse meglio le varietà e le differenze di gusto, origine e proprietà nutrizionali. Il 56,1% si dichiara interessato a scoprire le diverse tipologie (bianchi, neri, rossi, integrali), il 54,5% vorrebbe più ricette e consigli di cucina, soprattutto per preparare risotti perfetti (dove la mantecatura è ritenuta la fase decisiva), e il 51% desidera conoscere i benefici per la salute, in particolare per chi pratica attività fisica.

Non solo alimento versatile – capace di sostituire pasta, pane e altri carboidrati – ma anche ingrediente di bellezza: quasi sei italiani su dieci (59,9%) sanno che il riso entra nella cosmesi naturale, e uno su quattro conosce davvero i suoi usi in prodotti per pelli sensibili, baby care e capelli. Forte anche la presenza sulle tavole degli italiani di prodotti derivati: gallette (conosciute dal 97% e consumate nel 79% dei casi), crackers, dolci, latte, pasta e dessert a base di riso.

Un ritorno di interesse trasversale a tutte le fasce d’età, compresi i giovani che lo scoprono come piatto sano e veloce, e che si conferma in ogni area geografica del Paese, da Nord a Sud.

Il riso? Un alimento molto importante, un dato in continua crescita

Alla domanda sul ruolo del riso nell’alimentazione degli italiani, cresce la quota di chi lo considera ‘molto’ o ‘abbastanza’ importante: +3,7% rispetto al 2024. Nello specifico, la nuova centralità del riso riguarda il suo essere un alimento sano (81,2%; + 3,7% rispetto al 2024), digeribile (84,9%), gustoso (76,5% + 2,0%), versatile per ricette varie (69,2%; +7,8%), benefico per la salute e parte della tradizione italiana e dal giusto rapporto qualità-prezzo (76,9%).

Non è importante solo la quantità consumata, ma anche la qualità della percezione del riso, con gli italiani che ne apprezzano sempre di più il suo profilo nutrizionale. L’88% degli intervistati concorda sul fatto che, se abbinato a proteine animali o vegetali, fibre e grassi sani, il riso può creare piatti completi ed equilibrati, in grado di favorire la sazietà e contribuire a un migliore controllo glicemico.

Il riso italiano è riconosciuta come ecccellenza

L’eccellenza del riso italiano è riconosciuta da tre intervistati su quattro (74,3%) come un patrimonio che ci distingue nel mondo e profondamente radicato nella nostra storia e cultura. Altrettanti (76,9%) conoscono l’esistenza di certificazioni specifiche come DOP, IGP e Biologico, e oltre la metà sarebbe disposta a pagare di più per un riso certificato e tracciabile, in particolare le nuove generazioni urbane.

Se da un lato la coltivazione del riso comporta criticità ambientali, come il consumo d’acqua (73,7%) e le emissioni di metano (27,4%), dall’altro rappresenta un presidio naturale di biodiversità per il 73,7% degli italiani. Le risaie sono percepite come ecosistemi vitali in armonia con l’ambiente, bacini di laminazione che aiutano a ridurre il rischio di alluvioni (56,2%), con acqua per lo più fluviale o di falda che viene restituita al sistema idrico (lo evidenzia il 60,8% degli intervistati). Le risaie sono anche vulnerabili ai cambiamenti climatici (75,9%): per questo gli intervistati indicano come prioritarie pratiche sostenibili, tecniche a basso impatto, infrastrutture idriche più efficienti e nuove varietà resistenti a siccità e calore.

L’amore degli italiani per il riso va oltre la cucina e si riflette in una crescente attenzione verso la provenienza del prodotto. Ben l’80% dei consumatori dichiara di preferire riso coltivato in Italia, riconoscendone qualità, sicurezza e tracciabilità. Una scelta consapevole che si lega fortemente ai temi della sostenibilità ambientale: le risaie italiane – in particolare quelle del Nord – sono un prezioso presidio ecologico, fondamentali per la tutela della biodiversità e la gestione responsabile delle risorse idriche.

Le principali coltivazioni in Italia e il primato della produzione in Europa

Con le principali coltivazioni distribuite tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, l’Italia si conferma primo produttore europeo di riso. Una leadership costruita su una filiera d’eccellenza, fondata su qualità certificata, rispetto per l’ambiente e un forte legame con il territorio.

Questo mix di qualità, cultura e ambiente fa del riso un ambasciatore del territorio. Le risaie diventano luoghi di esperienze autentiche che uniscono gastronomia, natura e cultura locale. Questi trend riflettono il turismo dei territori, dell’iper-benessere e rigenerativo, che valorizza destinazioni uniche. Esperienze iperlocali nella natura favoriscono il benessere fisico, emotivo e mentale, come sottolineano il Silent e lo Slow Tourism. Infine, il turismo sostenibile a basso impatto punta anche a ripristinare il ‘benessere della Terra’.

Il riso sta vivendo una nuova fase positiva

Il riso sta vivendo una nuova fase positiva. Aumentano i consumi e migliora la percezione degli italiani, che lo apprezzano per gusto, salute e sostenibilità, conquistando giovani e famiglie. Sempre più simbolo del made in Italy agroalimentare, è un patrimonio da valorizzare a livello nazionale e internazionale. Così, il riso italiano diventa ambasciatore di uno stile di vita sostenibile, di un’agricoltura di qualità e di un turismo che valorizza territori e comunità.

Il punto di vista dei relatori

“I risultati della ricerca sono molto positivi per il settore risicolo – afferma Cosimo Frinzi –. Il riso è sempre più presente sulle tavole degli italiani, che lo apprezzano per le sue qualità di gusto e salutari. Occorre però lavorare sul rapporto delle nuove generazioni con le varietà italiane, e investire in tecnologie per proteggere le coltivazioni dal cambiamento climatico”.

“Il riso è una metafora del rispetto per la natura, del tempo e delle persone. La sua coltivazione è simbolo di un ritmo lento che ispira un turismo slow e di qualità – afferma Daniela Cavallo –. Questa coltura rappresenta il Made in Italy: la capacità di fare rete tra territori diversi, costruendo una narrazione condivisa. È così che l’Italia si racconta al mondo, attraverso i suoi prodotti e il legame con la terra”.

“L’agricoltura in Europa viene percepita come un settore sempre meno centrale – commenta Antonio Boschetti –. Il budget UE destinato al primario è sceso dal 50% al 30% e la chiusura di alcuni accordi commerciali ha peggiorato la situazione. Serve un forte ricambio generazionale: la tecnologia può aiutare, ma serve difendere l’eccellenza dei nostri prodotti”.

“L’agronomo oggi ha un ruolo centrale in un settore in evoluzione – dichiara Dario Manuello –, tra cambiamento climatico e normative in continuo aggiornamento. Supporta le aziende agricole nel produrre in modo più sostenibile, anche il riso. Cresce anche la presenza di giovani imprenditori, attenti all’innovazione e alla digitalizzazione per ottimizzare tempi e risorse”.

Un momento del convegno
I relatori e la presidente di Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba durante il suo intervento
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